Unità Pastorale Santa Maria Madre della Chiesa e Santa Marta

Pagine ufficiali dell'Unità Pastorale di Pisa

Giubileo 2025

Tutte le info sono disponibili sul ⇒ sito ufficiale "Giubileo 2025"
 

24 dicembre 2024 ore 19.00
Apertura della Porta Santa della Basilica
Papale di San Pietro da parte del Santo Padre

 

La tradizione vuole che ogni Giubileo venga proclamato tramite la pubblicazione di una Bolla Papale (o Bolla Pontificia) d’Indizione. Per “Bolla” si intende un documento ufficiale, generalmente scritto in latino, con il sigillo del Papa, la forma del quale dà nome al documento stesso.
All’inizio il sigillo era solitamente di piombo e recava sul fronte l’immagine dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Fondatori della Chiesa di Roma, e sul retro il nome del Pontefice. Più tardi un timbro d’inchiostro sostituirà il sigillo metallico, ma questo continuerà ad essere utilizzato per i documenti di maggiore rilievo.
Ogni Bolla è identificata dalle sue parole iniziali. Per esempio, San Giovanni Paolo II ha indetto il Grande Giubileo dell’Anno 2000 con la Bolla Incarnationis mysterium (“Il Mistero dell’Incarnazione”), mentre Papa Francesco ha indetto il Giubileo Straordinario della Misericordia (2015-2016) con la Bolla Misericordiae vultus (“Il volto della misericordia”).
La Bolla di indizione del Giubileo, in cui si indicano le date dell’inizio e del termine dell’Anno Santo, viene emanata di solito l’anno precedente, in coincidenza con la Solennità dell’Ascensione.
Per il Giubileo del 2025, il Santo Padre, Papa Francesco, ha letto la bolla Spes non confundit, durante la cerimonia di consegna nell’atrio della Basilica di San Pietro in Vaticano, il 9 maggio 2024.

 

Il Logo del Giubileo 2025

 

Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste. Non si trascuri il fatto che l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Pellegrini di Speranza (Peregrinantes in Spem).

 

L'Inno del Giubileo 2025

 

La Preghiera del Giubileo 2025

La preghiera è un'altra caratteristica dell'Anno Santo. Papa Francesco ha detto: La preghiera è il respiro della fede è la sua espressione più propria. Come un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio.
La preghiera è come una strada che ci permette di incontrare Dio. La strada va in salita o in discesa e larga o stretta. Allo stesso modo la preghiera si esprime come lode, ringraziamento, affidamento, benedizione, richiesta.
Si prega usando preghiere già fatte, come il Padre Nostro, la preghiera che ci ha insegnato Gesù, ma si prega anche parlando direttamente a Dio, confidandogli la nostra vita, i nostri problemi, affidandoci a lui. Sant'Agostino ha scritto: Ci hai fatti per te, o Dio, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. Si prega ascoltando la parola di Dio, ma anche in silenzio, in adorazione.
Santa Teresa del Bambino Gesù, prima di morire pregava senza dire nulla. Alla sorella disse infatti, non gli dico niente, lo amo!
La preghiera è anche di protesta davanti a tante domande che non trovano risposta sul male e sulla morte. Quando ci sembra che Dio non ci risponda, ricordiamoci che lui ci ama sempre e ci invita ad avere fede in ogni circostanza: sistemerà le cose a suo tempo, per il nostro bene, perché lui desidera la nostra gioia.
Siamo invitati a fare della preghiera una melodia per il nostro cuore, una fiammella che ci riscalda quando fa freddo, una rugiada che dà ristoro quando fa caldo, uno scambio di messaggi tra noi e il Signore, in cui noi scriviamo, ti voglio bene. E lui risponde, io ti amo da sempre, non aver paura, io sono con te


Padre che sei nei cieli,
la fede che ci hai donato nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,
ridestino in noi, la beata speranza per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi in coltivatori operosi
dei semi evangelici che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male, si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti e riversi sul mondo intero la gioia e la pace del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli.

Amen

Papa Francesco

 

La mascotte del Giubileo 2025


Durante la conferenza stampa del 28 ottobre, Sua Eccellenza Mons. Fisichella ha presentato ufficialmente la mascotte del Giubileo 2025, "Luce".
Questo personaggio, disegnato dall’illustratore Simone Legno, è stato concepito con l'intento di riflettere la cultura pop, particolarmente apprezzata dai giovani, e porta con sé un messaggio di speranza e accoglienza.
Luce è una pellegrina che indossa gli elementi tipici del viaggiatore: un k-way giallo per ripararsi dalle intemperie, stivali sporchi di terra che testimoniano il cammino già percorso, una croce missionaria al collo e il bastone del pellegrino. Particolarmente evocativa è la rappresentazione degli occhi di Luce, che brillano di una luce intensa: simboleggiano la speranza che nasce nel cuore di ogni pellegrino, incarnano il desiderio di spiritualità e di connessione con il divino e fungono da richiamo a un messaggio universale di pace e fraternità.
La scelta di una mascotte come Luce si inserisce in un contesto più ampio, volto a coinvolgere le nuove generazioni e a promuovere un dialogo intergenerazionale. La mascotte non solo rappresenta il Giubileo, ma diventa anche un simbolo di comunità, di accoglienza e condivisione.

 

I segni del Giubileo 2025

La Riconciliazione

Nel Vangelo di marco leggiamo il miracolo del paralitico. Gesù era in una casa a insegnare e c’era così tanta gente che gli amici del paralitico, pur di portarlo da Gesù, scoperchiano il tetto e calano il lettuccio con il malato. Gesù, vista la loro fede, dice al paralitico: Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati. Gesù ci dona la guarigione dai peccati anche oggi, attraverso il Sacramento della Riconciliazione o Confessione. Nel tempo di grazia dell’anno santo esso occupa un posto speciale perché permette di sperimentare la MISERICORDIA DI DIO.
 

L'indulgenza

Sicuramente avrete sentito parlare di “indulgenza plenaria”... Che parola difficile! Cerchiamo di capire un po’ meglio di che cosa si tratta. Tutti facciamo esperienza del peccato e, anche quando attraverso il sacramento della confessione riceviamo il perdono, nella nostra vita resta come uno “strascico”, una conseguenza del male che abbiamo commesso. In occasione del Giubileo, possiamo ottenere l’indulgenza, cioè la cancellazione, oltre che dei peccati, anche di questa “impronta negativa” che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri. La misericordia di Dio Padre, che viene incontro a tutti con il suo amore, è più forte di tutto!
Come si ottiene l’Indulgenza? La si può chiedere per sé ma anche per i propri cari defunti, grazie al legame di amore che, attraverso Gesù, permette di unire i vivi e coloro che hanno già terminato il loro viaggio su questa terra. Per ottenerla, occorre seguire delle indicazioni precise.

  • Andare in pellegrinaggio a Roma o in altri luoghi indicati anche nella propria diocesi.
  • Celebrare il Sacramento della Riconciliazione.
  • Partecipare all’Eucarestia.
  • Pregare con il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Credo.
  • Dedicare un momento di silenzio davanti a Gesù Eucarestia, riflettendo con le intenzioni di preghiera del Papa.
  • Compiere delle azioni di misericordia, in particolare quelle indicate dal Papa per il Giubileo che si sta vivendo. 


Il Pellegrinaggio

Il giubileo chiede di mettersi in cammino e di superare alcuni confini. Quando ci muoviamo, infatti, non cambiamo solamente un luogo, ma trasformiamo noi stessi. Per questo, è importante prepararsi, pianificare il tragitto e conoscere la meta. In questo senso il pellegrinaggio che caratterizza questo anno inizia prima del viaggio stesso: il suo punto di partenza è la decisione di farlo. L’etimologia della parola ‘pellegrinaggio’ è decisamente eloquente e ha subìto pochi slittamenti di significato. La parola, infatti, deriva dal latino per ager che significa “attraverso i campi”, oppure per eger, che significa “passaggio di frontiera”: entrambe le radici rammentano l’aspetto distintivo dell’intraprendere un viaggio.
Abramo, nella Bibbia, è descritto così, come una persona in cammino: “Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre” (Gen 12,1), con queste parole incomincia la sua avventura, che termina nella Terra Promessa, dove viene ricordato come «arameo errante» (Dt 26,5).
Anche il ministero di Gesù si identifica con un viaggio a partire dalla Galilea verso la Città Santa: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (Lc 9,51). Lui stesso chiama i discepoli a percorrere questa strada e ancora oggi i cristiani sono coloro che lo seguono e si mettono alla sua sequela. Il percorso, in realtà, si costruisce progressivamente: vi sono vari itinerari da scegliere, luoghi da scoprire; le situazioni, le catechesi, i riti e le liturgie, i compagni di viaggio permettono di arricchirsi di contenuti e prospettive nuovi. Anche la contemplazione del creato fa parte di tutto questo ed è un aiuto ad imparare che averne cura “è espressione essenziale della fede in Dio e dell’obbedienza alla sua volontà” (Francesco, Lettera per il Giubileo 2025). Il pellegrinaggio è un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio. Con essa, si fa propria anche l’esperienza di quella parte di umanità che, per vari motivi, è costretta a mettersi in viaggio per cercare un mondo migliore per sé e per la propria famiglia.
Nell’anno santo, il pellegrino va in luoghi significativi, a Roma o anche nella propria Diocesi, e attraversa la Porta Santa per indicare l’adesione della sua vita a Gesù, porta per arrivare alla gioia piena. Chi è malato e non può muoversi può fare ugualmente un pellegrinaggio anche se solo simbolico, andando a Gesù attraverso il proprio cuore.


La Porta Santa

Nel Vangelo di Giovanni, al Capitolo 10, Gesù paragona se stesso non solo al pastore delle pecore, pronto a dare la vita per salvarle, ma anche alla porta attraverso la quale passa il gregge per entrare nel recinto. Io sono la porta, dice Gesù, chi entra attraverso me sarà salvo.
Capiamo allora come uno dei simboli più importanti del giubileo sia la Porta Santa. Essa è simbolo di Gesù, porta di salvezza. Attraversare la Porta Santa significa credere e professare che Gesù è il nostro Signore e che ci impegniamo a vivere la vita nuova che lui ci ha donato, chiedendogli di rafforzare la nostra fede.
Il giubileo viene aperto proprio con l’apertura della Porta Santa. E’ una porte che viene aperta soltanto in occasione di un anno santo, altrimenti è murata.
Alla chiusura dell’Anno Santo, la Porte viene chiusa e murata. La prima volta che è stata aperta una Porta Santa è stato nel 1423, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, che è la Chiesa Cattedrale di Roma.
Poi si aggiunsero altre Porte Sante a San Pietro, a San Paolo Fuori le Mura e a Santa Maria Maggiore. Recentemente anche la cattedrale di ogni città ha la sua Porta Santa.


La Professione di Fede

Nelle indicazioni per ricevere l'indulgenza viene chiesto di pregare anche con la recita del credo. Il credo è la nostra professione di fede e la recitiamo a messa subito dopo l’omelia.
La professione di fede è detta anche simbolo. In greco symbolon era un segno di riconoscimento dato dalla metà di un oggetto spezzato in modo irregolare, per esempio un sigillo o un anello. Le parti rotte venivano ricomposte come in un puzzle per riconoscere i legami di amicizia o di lavoro tra chi le portava.
La professione di fede come simbolo rappresenta quindi un segno di riconoscimento tra i credenti e raccoglie le principali verità della fede.
Sono due le professioni di fede più note, c'è il credo di Nicea, Costantinopoli, scritto durante il Concilio di Nicea nel 325, e sistemato nel Concilio di Costantinopoli nel 381. È il simbolo che recitiamo più spesso a messa. E c'è il Simbolo degli Apostoli: è l'antico simbolo della Chiesa di Roma ed è quello che recitiamo a messa nel tempo di Quaresima e di Pasqua.
Sant'Ambrogio paragona il simbolo della fede a un sigillo spirituale e a un tesoro che custodiamo nel nostro cuore.
Dire Credo in Dio è un pò come dire, mi fido di te, Signore, e mi affido a te.
E questo ogni giorno, non qualche volta, quando le cose vanno male o dedicando a Dio un minuto della giornata. Dire credo in Dio significa dire Dio è la mia bussola, lui guida la mia vita. Attraverso l'ascolto della sua parola, la preghiera, i sacramenti, la messa, Dio si fa presente nella nostra vita e alimenta la nostra fede e il nostro credere in lui.
 

La Carità

La carità costituisce una caratteristica principale della vita cristiana. Nessuno può pensare che il pellegrinaggio e la celebrazione dell'indulgenza giubilare possano essere relegati a una forma di rito magico, senza sapere che è la vita di carità che da loro il senso ultimo e l'efficacia reale.
D’altronde, la carità è il segno preminente della fede cristiana e sua forma specifica di credibilità.
Nel contesto del Giubileo non sarà da dimenticare l'invito dell’apostolo Pietro: “Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati” (1Pt 4,8).
Secondo l'evangelista Giovanni, l'amore verso il prossimo, che non viene dall’uomo, ma da Dio, permetterà di riconoscere nel futuro i veri discepoli di Cristo. Risulta, quindi, evidente che nessun credente può affermare di credere se poi non ama e, viceversa, non può dire di amare se non crede.
Anche l'apostolo Paolo ribadisce che la fede e l'amore costituiscono identità del cristiano; l'amore è ciò che genera perfezione (cfr. Col 3,14), la fede ciò che permette all'amore di essere tale.
La carità, dunque, ha un suo spazio peculiare nella vita di fede; alla luce dell’Anno Santo, inoltre, la testimonianza cristiana deve essere ribadita come forma maggiormente espressiva di conversione.

Messe Parrocchiali

  • dal Lunedì al Venerdì:

chiesa S. Maria
ore 17.30 Preghiera del Rosario
ore 18.00 (feriale)


  • Sabato:

chiesa S. Maria
ore 17.30
 Preghiera del Rosario
ore 18.00 (prefestiva) 


  • Domenica:

chiesa S. Marta
ore 9.30 (festiva)

chiesa S. Maria
ore 8.00 (festiva)
ore 11.00 (festiva)

Messe Unità Pastorale

  • dal Lunedì al Venerdì:

chiesa SS. Jacopo e FIlippo
ore 8.00 
 (feriale) 
ore 18.00 (feriale) 

chiesa S. Croce in Fossabanda
ore 7.30 
(feriale) 

chiesa Sacra Famiglia
ore 18.00
 (feriale)

chiesa San Biagio
ore 18.00 
(feriale)


  • Sabato:

chiesa S. Michele degli Scalzi
ore 17.30
 (prefestiva)

chiesa S. Biagio
ore 18.00
 (prefestiva)

chiesa Sacra Famiglia
ore 18.30
 (prefestiva)


  • Domenica:

chiesa SS. Jacopo e FIlippo
ore 8.00 
(festiva)
ore 10.30 (festiva)
ore 12.00 (festiva)
ore 18.00 (festiva)

chiesa S. Croce in Fossabanda
ore 11.00 
(festiva) 

chiesa Sacra Famiglia
ore 8.00
 (festiva)
ore 11.15 (festiva)

chiesa Maccatella
ore 9.00
 (festiva)

chiesa S. Michele degli Scalzi
ore 10.00
 (festiva)

 

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